Invecchiamento cerebrale e neurodegenerazione nel disturbo bipolare
Il disturbo bipolare (BD) è una condizione psichiatrica caratterizzata dall'alternarsi di episodi di mania e depressione frequentemente associati a disturbi cognitivi. Il BD è associato ad alterazioni cerebrali a livello delle reti fronto-temporali e limbiche. <br>
Le attuali conoscenze considerano il BD come un disturbo neurodegenerativo caratterizzato da un progressivo deterioramento dei volumi di materia grigia e bianca (GM, WM) e da un invecchiamento cerebrale accelerato. <br>
Pertanto, è stata condotta una <em>review</em> riassumendo le evidenze di <em>neuroimaging</em> sui processi neurodegenerativi nella BD. È stata condotta una ricerca della letteratura sulle banche dati PubMed, Scopus e Web of Science nel settembre 2021. Dopo lo <em>screening</em> del titolo e dell'abstract dei documenti recuperati, sono stati inclusi nella revisione 19 studi che soddisfacevano i criteri di inclusione. <br>
Le evidenze disponibili suggeriscono la presenza di una progressiva riduzione dei volumi di GM in tutto il cervello e nell'amigdala, nelle regioni prefrontali e nella corteccia cingolata anteriore. Al contrario, le lesioni e le alterazioni della WM sembrano comparire solo nelle prime fasi della condizione, mascherando gli effetti del normale invecchiamento. <br>
Infine, i modelli di apprendimento automatico indicano che il divario tra l'età cerebrale prevista e quella anagrafica differisce notevolmente tra i controlli sani e i pazienti con BD, in quanto questi ultimi sono caratterizzati da <em>gap</em> più ampi. <br>
In conclusione, la BD sembra essere associata a riduzioni generalizzate dei volumi strutturali della GM correlate all'età e ad alterazioni funzionali del cervello, suggerendo così la presenza di processi neurodegenerativi. In futuro dovranno essere condotte revisioni sistematiche e meta-analisi per quantificare l'entità degli effetti associati all'invecchiamento cerebrale nel BD.
Comorbilità fisiche negli anziani con disturbo bipolare: una revisione sistematica
L’obiettivo di questa revisone sistematica è consistito nel verificare la prevalenza e i fattori predittivi delle comorbilità somatiche negli adulti anziani affetti da disturbo bipolare.
Gli autori hanno pertanto effettuato una sintesi degli articoli di riviste peer-reviewed riportanti le comorbilità di tipo fisico in adulti anziani (età ≥50 anni) con una diagnosi di disturbo bipolare. La qualità degli studi è stata valutata tramite il Mixed Methods Appraisal Tool (MMAT).
I criteri di inclusione sono stati soddisfatti da 23 articoli relativi a 19 studi. La letteratura relativa a diabete, obesità e malattia renale è risultata discordante. Sono state riscontrate alcune evidenze indicative di un aumento dei tassi di malattie cardiovascolari e di alcune forme tumorali negli adulti anziani affetti da disturbo bipolare rispetto alla popolazione generale, ma ciò richiede ulteriori indagini. Non sono stati identificati studi sulla salute del cavo orale.
In conclusione, si può affermare che la letteratura esistente fornisce evidenze preliminari che dimostrano come alcune comorbilità somatiche siano elevate negli adulti anziani con disturbo bipolare. Gli specialisti dovrebbero pertanto prendere in considerazione, oltre i problemi cronici di salute mentale di cui sono affetti questi pazienti, interventi in grado di migliorare la salute del loro corpo.
Federico Durbano
Direttore Struttura Complessa di Psichiatria UOP 34 Martesana, Direttore Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze - ASST Melegnano e della Martesana, Milano
Dall'epilessia notturna del lobo frontale all'epilessia ipermotoria correlata al sonno: una sfida diagnostica lunga 35 anni
L'epilessia notturna del lobo frontale (NFLE) è un'epilessia focale con crisi che insorgono principalmente durante il sonno e caratterizzate da comportamenti motori complessi, spesso anomali, o da prolungate posture distoniche. Descritta per la prima volta nel 1981, è stata inizialmente considerata un disturbo motorio del sonno e denominata distonia parossistica notturna (NPD).
L'insolita semeiotica delle crisi, l'insorgenza durante il sonno, l'EEG del cuoio capelluto e la risonanza magnetica del cervello, spesso poco informativi, rendono difficile distinguere gli attacchi di NPD da altri eventi parossistici notturni non epilettici, ovvero le parasomnie.
L'origine epilettica del disturbo, a lungo dibattuta, è stata dimostrata nel 1990, introducendo il termine NFLE. Nonostante molti aspetti delle parasonnie e della NFLE siano stati chiariti negli ultimi due decenni, la diagnosi differenziale risulta complicata per i clinici.
Per affrontare le questioni controverse e definire i criteri diagnostici per la NFLE, nel 2014 si è tenuta a bologna una Consensus Conference. I principali punti di accordo sono emersi su: (i) la relazione delle crisi con il sonno e non con il ritmo circadiano di insorgenza delle crisi; (ii) la possibile origine extrafrontale delle crisi ipermotorie, senza differenze sostanziali nella loro semeiotica. Sulla scia della Consensus, la sindrome è stata rinominata Epilessia Ipermotoria Correlata al Sonno (SHE).
Nicola Specchio
Responsabile Unità Operativa Semplice Epilessie Rare e Complesse, Dipartimento di Neuroscienze Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma
Sonno ed epilessia: una panoramica delle conoscenze e delle linee di ricerca future
Il sonno e l'epilessia sono condizioni reciprocamente correlate, la cui associazione è riconosciuta fin dall'antichità. Tuttavia, la ricerca su questo argomento ha fatto un grande passo avanti solo negli ultimi anni. In questa revisione narrativa sono riassunte le scoperte e le intuizioni più stimolanti della "European school". In particolare, vengono analizzati diversi aspetti relativi alle interazioni sonno-epilessia: (a) gli effetti del sonno sull'epilessia; (b) gli effetti dell'epilessia sulla struttura del sonno; (c) la relazione tra epilessia, sonno ed epilettogenesi; (d) l'impatto dell'attività epilettica durante il sonno sulla cognizione; (e) la relazione tra epilessia e ritmo circadiano; (f ) la storia e le caratteristiche dell'epilessia ipermotoria del sonno e la sua diagnosi differenziale; g) la relazione tra epilessia e disturbi del sonno.
Nicola Specchio
Responsabile Unità Operativa Semplice Epilessie Rare e Complesse, Dipartimento di Neuroscienze Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma
Autismo associato a epilessia: un aggiornamento di neuropsicofarmacologia
Numerosi studi hanno documentato un'associazione tra disturbi dello spettro autistico (ASD) ed epilessia, una comorbilità che sottende probabilmente alcune anomalie genetiche, che appare caratterizzata da una prevalenza variabile a seconda della popolazione selezionata e delle caratteristiche cliniche e da un notevole impatto personale, familiare ed economico.
Rispetto ad altri disturbi del neurosviluppo o sindromi epilettiche, non esiste una specificità del tipo di crisi da aspettarsi nei bambini e negli adolescenti con ASD.
Angela La Neve
Responsabile centro Epilessia clinica neurologica Amaducci, Policlinico di Bari
focus on
Psichiatria
13 apr, 2023
Rischio di conversione al disturbo bipolare nei pazienti con depressione maggiore tardiva
L’obiettivo di questo studio era quello di valutare l'impatto dell'età di insorgenza sul decorso della depressione in tarda età e sul rischio di conversione in disturbo bipolare (BD). A tale scopo è stata condotta una revisione retrospettiva della cartella clinica di 100 pazienti anziani (di 65 anni di età o più) a cui era stato diagnosticato in passato un episodio depressivo di grado moderato-severo e che erano stati seguiti per almeno 18 mesi.
Giulio Perugi
Direttore dell’ U.O Psichiatria 2, Azienda Universitaria Ospedaliera, Pisa
focus on
psichiatria
22 nov, 2022
La comorbilità tra disturbo bipolare e disturbo da uso di alcol - una sfida terapeutica
I pazienti affetti da disturbo bipolare (BD) spesso presentano un disturbo da uso di sostanze (SUD), come il disturbo da uso di alcol, concomitante. Per questi pazienti la gestione terapeutica prevede l’utilizzo di approcci farmacologici e psicoterapeutici integrati che diano lo stesso peso a entrambi i disturbi. La farmacoterapia di supporto dovrebbe essere incentrata principalmente sul disturbo bipolare, con gli stabilizzatori dell'umore, per esempio il litio e il valproato, che rimangono il trattamento di scelta.